LEvi e VIlla, ovvero Martin Levi e Antonello Villa, questi i protagonisti che hanno dato vita alla Levi Boat Company nel 2000. In comune la passione per il mare e per le barche progettate “partendo dalla carena”, in altri termini dalle spiccate qualità nautiche. Aggiungete il fascino sempreverde delle linee classiche degli anni 60/70 ed ecco le nostre barche. Il primo sogno al quale abbiamo dato corpo è stato il Corsair, una barca progettata nei primi anni sessanta da Sonny Levi, e prodotta in Inghilterra dalla Viking Marine.
Già all’epoca si trattava di una barca in vetroresina, motorizzata da una coppia di Volvo Acquamatic. Siamo riusciti nell’impresa di realizzare una fedele replica in edizione limitata, impreziosita ed aggiornata secondo i più moderni standard, ad un prezzo accessibile. E’ stato tutt’altro che facile, ma l’entusiasmo dei nostri clienti ci ha ampliamente ricompensati!!
Attualmente Antonello Villa, con la collaborazione di Gilberto Crosera e del suo cantiere, prosegue l’attività di costruzione di nuove barche con la stessa passione e ispirazione.
Storia
Nato a Karachi nel 1926, Sonny Levi studiava a Cannes quando scoppiò la guerra.
Suo padre, un designer e produttore di interni, e un’entusiasta del diporto a motore, si trasferì a Bombay presso un cantiere che aveva acquisito delle commesse dal governo per la costruzione di imbarcazioni. Fin dalla sua gioventù il giovane Renato (il nomignolo ‘Sonny’ fu dato da una balia che non sapeva pronunciare la lettera ‘r’) progettò barche, ispirato dalla moltitudine di di battelli locali visibili dal lungonmare di quella città.
Si arruolò nella RAF e venne addestrato in Inghilterra, studiò come ingegnere aeronautico e dopo il congedo tornò a Bombay, dove dal 1950 divenne capo progettista nel movimentato reparto disegnatori dell’azienda paterna. Nel 1960 si trasferì in Italia per lavorare alla Navaltecnica di Anzio. “Sono stato molto fortunato ad avere clienti che erano preparati ad assumere rischi”, dice oggi.
“Ho sempre cercato di essere più onesto possibile con loro quando discutevo dei loro progetti. E qualche volta le cose non hanno funzionato come dovevano. Questo è il problema che hai con i progetti originali.”
Ma, per ogni piccolo insuccesso, c’era un gran numero di innovazioni di successo, ed è tipico del personaggio ascrivere questo alla fortuna e passare il merito ai suoi clienti – anche se, va detto, erano loro che firmavano gli assegni.
Ma quando guardi qualcuno dei progetti nei quali li ha coinvolti cominci a capire cosa egli voglia dire: un numero impressionante di progetti erano all’avanguardia dell’architettura navale, per i quali il successo non era affatto scontato. Come un artista circondato da mecenati, ogni volta che ha avuto un’idea per un nuovo lavoro ha trovato regolarmente qualcuno disposto a spendere per la sua realizzazione.
Così ricchi playboy e piloti di offshore si sono ritrovati a finanziare entusiasticamente prototipi inconsueti e dichiaratamente sperimentali. Cantieri commerciali coinvolti in nuove audaci soluzioni ingegneristiche con la promessa di una maggiore velocità ed efficienza. Se Sonny Levi si può definire un problem solver, è anche una persona che non si è mai dimostrato propenso a risolvere due volte lo stesso problema.